C'è un tempo per ogni cosa.
Questa sera, dopo mesi che leggo costantemente il tuo blog, mi decido ad inoltrarti un campione della mia grafia. Non è mai facile mettersi a nudo; almeno non lo è per me. La mia scrittura, è una cosa a cui sono legato, più legato di quanto pensassi. Rispetto il tuo lavoro e il tuo talento, ed è questo soprattutto, che mi ha spinto a scriverti e a richiederti il referto. Le tue parole scavano in profondità. Mettono in luce spunti per migliorare, per lavorare su se stessi. E forse è questo che mi manca, oggi. Forse è quello che cerco.
Ho .... anni compiuti in Aprile. Mi manca un anno per laurearmi in .................... .............. e sono un bancario, da tre anni ormai. Sino ad oggi, ero convinto di essere una persona sufficientemente libera. E poi invece, guardando bene, ho compreso che non sono che agli inizi di un processo di crescita personale che è iniziato quando ho staccato (in parte) il cordone ombelicale col quale ero legato alla mia famiglia, andando a vivere da solo.
Quella che prima si era rivelata solo una comodità logistica è diventata, oggi, una necessità. Ho capito di aver bisogno della mia camera, del silenzio e degli odori di una Napoli che non ero abituato a vivere.
Ho avuto il mio primo approccio con la musica a 4 anni. Iniziai col pianoforte. Approfondendo in maniera troppo discontinua quella che adesso si rivela, forse, la mia unica, grande verità; Poco tempo fa, ho ricominciato a suonare, con uno strumento che mi è più congeniale (chitarra) e tutto è esploso; le mie sicurezze, la consapevolezza di avere un lavoro che fornisce uno status e un posto nel mondo. Ho capito che ho coltivato una terra infertile. Ascoltare la musica degli altri, non mi basta più. Devo metterci del mio; produrre del mio. Ma questa, in fondo, forse è l'unica cosa che sono sempre stato abituato a fare. L'unica cosa che, di me, nonostante le delusioni, gli amori finiti e le gratificazioni (minime, ma pur sempre essenziali) non è mai cambiata. Il mio scritto, è solo un tributo al tuo lavoro.
Grazie di tutto.
Gianluca
Ti autorizzo alla pubblicazione sul tuo blog, di grafia e referto.
Se vuoi approfondire la psicologia della scrittura e la sua correlazione con la PNL, allora vai su:
SCRIVI LA TUA STORIA! Quando raccontarsi è terapia per auto-aiutarsi
venerdì 14 ottobre 2011
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Caro Gianluca,
RispondiEliminaGuardo e riguardo la tua scrittura con un lieve sorriso tra le labbra e penso a come le acque sono tempestose! Sei un vulcano che fuma!
Vediamo un pò....
Una scrittura senza dubbio poliedrica, una forte energia vitale, dal tratto deciso e un pò pastoso, tipico di una persona che deve andare, che deve agire, fare e creare, che si rialza facilmente quando cade e quando la vita lo sottopone a dure prove.
Una scrittura che danza sul rigo, dai tratti assolutamenti artistici e musicali....una forte componente emotiva che non ti lascia tregua nell' Io più profondo, con scoppi incontrollati ...accumuli di impulsi collerici repressi e una verbalità polemica e argomentativa !!!!!
Il cervello che frulla in continuazione!
Precisione, eleganza, senso del dovere, generosità, un porsi agli altri sempre con un profilo sottodimensionato...un Gianluca che pochi conoscono profondamente nonostante una socievolezza e loquacità che nascondono in realtà tratti introversivi.
Una fluidità di pensiero estremamente recettiva, una buona profondità mentale, un'interiorità profonda ma un po' ingabbiata dentro regole e dogmi che spesso sacrificano la tua vera natura, per compiacere gli altri, perchè il giudizio degli altri pesa....una pressione ambientale talvota sentita come opprimente...ed ecco cadute di tono flemmatiche ..un bisogno di rallentare i propri ritmi per compensare un logorio da eccesso di tensione interna...e allora ti isoli.
L'immaginazione e la musica come valvola di sfogo per rifugiarsi in quel mondo che ti dà sollievo...una figura materna dominante!!!!!
Una sessualità non completamente soddisfacente, fluttuante e umorale come la tua musica e non completamente donata all'altro.
Caro Gianluca,
Gurada fuori dalla finestra e osserva i cambiamenti senza emotività.
Il cambiamento provoca ansietà e stress ma è necessario per volare fuori dal nido.
Mantieni sempre la tua mente aperta al cambiamento, sollecitalo e accoglilo con favore ma vivi nel presente...
Permettimi di donarti le parole di un grande comunicatore.."Tutti noi siamo situati in questo preciso secondo al crocicchio e al punto d'incontro fra due eternità: il tuo passato che dura da sempre e il tuo futuro proiettato verso l'ultima sillaba del tempo.
E' escluso che possiamo vivere nell'una e nell'altra di queste due eternità: no, neppure per una frazione di secondo!
Se cerchiamo di farlo, possiamo andare incontro alla rovina dei nostri corpi e delle nostre menti.
Dunque, accontentiamoci di vivere l'unico tempo che ci è concesso di vivere: quello che va da adesso all'ora di andare a letto, sfruttandolo al meglio e con intelligenza!"
Sono senza parole.
RispondiEliminaHai tirato fuori una parte di me che poche persone conoscono. Qualcosa che ho sempre trovato troppo intimo da rivelare.
La sessualità insoddisfacente… afflitta, arrabbiata ed egoista; il legame fortissimo con mia madre (e più in generale con la mia famiglia). Mi sorprende rileggere gran parte di me in quello che hai scritto. Ma infondo mi aspettavo che riuscissi a capirmi meglio di molti altri.
L’ossessione del tempo che passa mi logora; è vero. Ogni cosa che faccio, la vivo con l’ansia che attanaglia chi crede di aver cominciato troppo tardi. Considerare il tempo come una convenzione limitante spesso mi impedisce di concentrarmi sulle cose.
L’isolamento forzato, la sensazione che sia tutto troppo lento. Il bisogno di chiudere fuori il rumore che mi circonda, sono altre grosse verità.
Ho mascherato, sino ad oggi, il lato di me più aggressivo (e forse quello più creativo) dietro una serie di consuetudini; verbosità e consenso forzato su tutte. E mi sono ridotto ad essere un soggetto umanamente stitico e forse anche un po’ stronzo (passami la parolaccia ).
Accolgo la tua riflessione con piacere, perché è l’invito che aspettavo per mettere in modo degli ingranaggi fermi. E’ una spinta che considero importante, quella che mi hai dato, a vivermi il presente e a non immaginare di potermi già scrivere il futuro.
La promessa, a me stesso (ed a te che hai avuto il merito di aprirmi gli occhi), è che smetterò di contare le ore. E che coltiverò i miei talenti ed i miei obiettivi giorno per giorno, con tutta l’intensità della quale sono capace. Forse questo è l’unico vero modo per plasmare il proprio futuro, senza tuttavia temerlo troppo.
Pubblicizzare il tuo lavoro ed il tuo blog, è una cosa che considero doverosa.
Grazie. Col cuore, grazie.
G.
Caro Gianluca,
RispondiEliminache dirti... mentre facevo l'analisi ho visto un'anima piena di umanità, di grande umanità ed evoluta ma solo ingabbiata....
Dobbiamo impegnarci ad evitare la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Baci e abbracci
Emanuela